Segui la corrente
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Daniel Schaller condivide un’auto elettrica con i vicini di casa, ha motivato il suo comune a fornire possibilità di ricarica e anche a livello professionale si impegna per una mobilità efficiente dal punto di vista energetico, in qualità di esperto presso l’Ufficio federale dell’energia (UFE). Nell’intervista racconta l’esperienza di viaggiare per le vacanze in modalità elettrica. E spiega come la Confederazione supporti lo sviluppo della mobilità elettrica.
Io sono impiegato nella sezione Efficienza energetica dei trasporti nell’UFE. Quindi è naturale che tutti i giorni mi rechi al lavoro in treno e in bicicletta. Nel fine settimana e per i viaggi più lunghi con la mia compagna mi piace usare anche l’auto elettrica.
«Per noi l’auto è importante da tanto tempo, ma siamo pronti a intraprendere nuove vie. Ad esempio, condividiamo la nostra auto elettrica con i vicini nel paese.»
«La mia compagna si è fidata di me quando le ho detto che avremmo fatto un viaggio di 3000 km senza stress a bordo della più piccola auto elettrica presente sul mercato!» La scorsa estate abbiamo infatti viaggiato per tutto il Benelux e ovviamente siamo tornati rilassati e in fretta, visto che il nostro formaggio gouda non ha fatto in tempo a fondersi! (Ride). Questa primavera siamo stati in Catalogna e ora stiamo pianificando un’altra avventura elettrizzante, raggiungendo Vienna tramite il treno con trasporto auto e proseguendo poi con l’auto elettrica verso la Romania, la Bulgaria, la Macedonia del Nord, l’Albania e l’Italia.
L’idoneità al viaggio di un’auto elettrica è rappresentata da una combinazione di autonomia ragionevolmente elevata e buona potenza di ricarica in CC (ricarica rapida). Una valida funzione di pianificazione del percorso aiuta molto: se la vettura ne è priva, consiglio di installare sullo smartphone un pianificatore del percorso per auto elettriche.
«Oggi si trovano stazioni di ricarica funzionanti ed efficienti praticamente ovunque lungo le principali arterie stradali, per lo meno in Nord Europa, ma stanno aumentando un po’ dappertutto nell’UE.»
L’efficienza energetica dell’auto e la capacità della batteria definiscono la distanza tra una pausa e l’altra. Due ore di viaggio, 20 o 30 minuti di pausa alla stazione di ricarica rapida per bersi qualcosa e poi proseguire il viaggio: è un buon ritmo di marcia.
È importante far notare che le auto dall’aerodinamica scarsa, anche se di piccole dimensioni, possono consumare molta corrente elettrica in autostrada, peggiorando notevolmente la loro idoneità al viaggio. La velocità di marcia gioca un ruolo altrettanto importante per l’autonomia: viaggiando a 130 km/h l’autonomia è inferiore rispetto a una marcia a 100 km/h. Nell’area del Benelux, dove il limite di velocità è spesso di 100 km/h, abbiamo quindi un’autonomia superiore rispetto, ad esempio, alla Francia, dove il limite è di 130 km/h.
Questa è una bella domanda, perché a casa non abbiamo un parcheggio con possibilità di ricarica.
«Il comune di Twann-Tüscherz è stato motivato a rielaborare completamente la sua infrastruttura di ricarica pubblica e ad ampliarla a Twann a quattro punti di ricarica, facilmente estendibili a otto, davanti alla stazione ferroviaria. È il parcheggio più importante del paese.»
Fare accettare questo progetto non è stato immediato, ma al momento si tratta di un investimento per una minoranza e per chi ama fare gite. A questo si aggiunga il fatto che una partnership con fornitori terzi non sarebbe stata conveniente in termini finanziari. Alla fine, il comune ha approvato l’investimento e ha realizzato il progetto in autonomia. Questo ha il vantaggio che il ricavato della vendita dell’energia elettrica torna nelle casse del comune. Solo l’help desk per le stazioni di ricarica è gestito come servizio completo dal relativo fornitore. L’addebito delle ricariche passa attraverso una piattaforma svizzera in cloud affidabile. Questa permetterebbe anche diversi piani tariffari, ad esempio per residenti con contrassegno di parcheggio e viaggiatori di passaggio.
Nelle classifiche internazionali la Svizzera non è al primo posto per la mobilità elettrica, ma occupiamo comunque una posizione relativamente buona e l’approccio che abbiamo scelto è sostenibile. Poiché la Svizzera non possiede un’industria dell’auto propria, si tratta inizialmente di incentivare l’ecosistema di ricarica e l’accettazione della mobilità elettrica. Una comprensione comune della tematica e dello sviluppo della mobilità elettrica così come condizioni quadro sostenibili e orientate al futuro hanno più efficacia di un’incentivazione finanziaria a breve termine di auto elettriche. Nell’UFE ci concentriamo da un lato sul dare stimoli e dall’altro sulla mobilitazione di attori che portino avanti la mobilità elettrica. Creiamo una rete tra settore immobiliare, associazioni di categoria, aziende di approvvigionamento energetico, importatori di vetture, club per la mobilità e comuni, e li aiutiamo a sviluppare un ecosistema per la mobilità elettrica.
«Prima di tutto si deve promuovere l’ecosistema e l’accettazione della mobilità elettrica.»
Lo scambio comune aumenta l’accettazione e porta a soluzioni sostenibili. L’UFE dà stimoli importanti in questa direzione, ad esempio con iniziative rivolte in particolare ai comuni. Tuttavia, le soluzioni vengono dal settore privato, idealmente senza imposizioni giuridiche. Attualmente il Parlamento sta discutendo la legge sul CO2, il Consiglio federale vi propone anche un’incentivazione all’infrastruttura di ricarica, ad esempio in case plurifamiliari, presso imprese e comuni.
Daniel Schaller è un esperto di mobilità elettrica presso l’Ufficio federale dell’energia (UFE). In qualità di specialista dell’efficienza energetica dei trasporti si occupa soprattutto di attuare e sviluppare provvedimenti legislativi per la mobilità elettrica a livello nazionale.