A un certo punto della vita in molti si chiedono quale sia la forma di abitazione migliore per la terza età. Ma qual è il momento giusto per ridimensionarsi? Una famiglia di Aarau ha trovato una soluzione
Le figlie prendono possesso della casa di famiglia e i genitori si trasferiscono: fin qui tutto nella norma. Di speciale, nel caso della famiglia Leitner, c’è il fatto che i genitori si spostano solo di qualche metro, in una nuova minicasa sullo stesso terreno – ben prima di andare in pensione.
È un progetto che hanno molto a cuore con una lunga storia. Lo capiamo subito parlando con la Municipale di Aarau Angelica Cavegn Leitner, il marito Daniel Leitner e le figlie Aline e Benita. Nel 1988 la famiglia ha comprato e ristrutturato metà della casa bifamiliare nella Dossenstrasse ad Aarau, per poi acquistare la seconda metà e gestirla successivamente come bed & breakfast. Nel 2013 si è aggiunta la guest house nella Zelglistrasse, in cui i coniugi Leitner affittano circa 20 stanze. «A quel punto era venuto il momento di parlare con la famiglia. La guest house e l’impegno politico di Angelica davano così tanto da fare che raramente eravamo a casa. In pratica la casa era troppo grande per noi», dice Daniel Leitner.
All’epoca la coppia aveva intorno ai 50 anni. È insolito lasciare la casa ai figli così presto. I conoscenti e altre persone esterne alla famiglia erano molto stupite. «Ma noi volevamo che le nostre figlie avessero una casa di proprietà ad Aarau», dice Daniel Leitner. Durante un’escursione con le figlie, hanno sollevato l’argomento, che ha suscitato un’attenzione particolare. La situazione non avrebbe potuto essere migliore: due metà di una casa, due figlie. Così, rispettivamente nel 2019 e nel 2020 entrambe sono tornate a vivere nella casa di famiglia con i loro partner. E i genitori si sono trasferiti nella moderna minicasa in giardino, che ha una superficie lorda di 45 metri quadrati, di cui 35,5 calpestabili, suddivisi in soggiorno, camera da letto e bagno.
Chi si trasferisce da una casa unifamiliare in una minicasa deve scegliere bene cosa portare con sé. La coppia ha iniziato presto a fare una cernita. Fin da quando, durante i lavori di costruzione della minicasa, alloggiava in una stanza della guest house. Tutto è stato pianificato fin nei minimi dettagli: la suddivisione dei locali, i mobili, il design d’interni. La lavatrice funge anche da asciugatrice; in soggiorno c’è un grosso mobile che si trasforma in un letto a due piazze; il tavolo si può allungare quando si è in molti; tutti i pensili arrivano fino al soffitto per sfruttare tutto lo spazio e ovviamente nell’armadio tutto deve essere in perfetto ordine.
Anche il locale tecnico è piccolo, si trova in un armadio a muro in bagno. Infatti per il riscaldamento della minicasa, i Leitner non hanno scelto i soliti pellet, ma prendono il calore, l’elettricità e l’acqua dalla figlia Aline che possiede una pompa di calore e un impianto FV. La divisione dei conteggi è garantita da un contatore. La famiglia ha anche degli spazi in comune, come la stanza degli hobby nella parte di casa di Benita e il capanno degli attrezzi in giardino.
Una minicasa non è di per sé sostenibile, ma la famiglia Leitner ha adottato criteri ecologici per il suo personalissimo progetto. La domanda di costruzione comprendeva l’attestazione del rispetto delle norme energetiche, che la coppia ha soddisfatto grazie a un buon isolamento dell’involucro e ai tripli vetri. La potenza termica massima necessaria per il riscaldamento è di 1,4 chilowatt, pari a quella di un normale asciugacapelli. Durante l’inverno 2022/2023, il consumo di energia per il riscaldamento è stato inferiore a 300 chilowattora al mese. Le spese accessorie per riscaldamento, acqua calda, acqua di scarico ed elettricità ammontano su base annua a circa 100 franchi al mese.
Anche l’impresa specializzata in costruzioni in legno non è stata scelta a caso: impiega per oltre il 90 % legno regionale e la segheria dista solo 50 metri dallo stabilimento. Non volendo fondamenta in calcestruzzo, si è optato per una fondazione a vite, con viti di ancoraggio che non danneggiano il terreno. Così si è risparmiata una grossa quantità di CO². L’inverdimento estensivo del tetto piano è composto da un misto di erbe svizzere, fiori di campo e germogli di sedum, favorevole all’habitat degli insetti locali. Per irrigare le piante in giardino viene raccolta in un serbatoio l’acqua piovana proveniente dal tetto; l’eccedenza finisce nel terreno e non viene scaricata nella rete fognaria.
Sembra la perfetta convivenza intergenerazionale.
Ed è inutile chiedere ai partecipanti quali potrebbero essere gli svantaggi di questa concezione di vita. Tuttavia, è importante che tutti abbiano la loro privacy e un posto dove rifugiarsi. «Per poter realizzare un progetto di questo tipo, in una famiglia deve regnare una perfetta armonia e bisogna avere un rapporto di onestà», dice Benita.
La famiglia apprezza i molti vantaggi. Benita dice: «Se ho bisogno di qualcuno che mi tenga Luna per breve tempo, chiedo ai miei genitori, nella chat di famiglia. La bambina va da sola a bussare alla porta dei nonni. E Luna si gode il lusso di avere tutti i suoi cari vicino.» Da un mese con Aline e il suo partner vive Tibbers, un cucciolo di Labrador. «Anche Tibbers, proprio come Luna, è felice di passare del tempo con i miei genitori, quando noi non ci siamo. Naturalmente, anche noi siamo sempre disponibili se hanno bisogno di aiuto», dice Aline. È questo che rende divertente la vita intergenerazionale.
François Höpflinger, Ricercatore indipendente sul tema della vecchiaia e delle generazioni, si esprime così in merito alle forme di abitazione come quella della famiglia Leitner:
«La coabitazione tra generazioni oggi incontra il giudizio positivo della maggior parte delle persone anziane. Tuttavia, spesso si tratta più di una buona coesistenza che non di una convivenza tra giovani e anziani. Per quanto riguarda la coabitazione di più generazioni della stessa economia domestica, la Svizzera è uno di quei Paesi in cui le famiglie trigenerazionali sono diventate molto rare. Più frequente della convivenza di più generazioni nella stessa famiglia è la convivenza nella stessa casa. Il modello dell’abitare familiare intergenerazionale dominante in Svizzera è quello dell’intimità a distanza, ossia si mantengono buoni contatti abitando vicino, ma ogni generazione ha una sua economia domestica o una parte della casa. L’esempio della famiglia Leitner con diverse unità abitative corrisponde a questo modello e rappresenta una buona soluzione per raggiungere gli obiettivi climatici svizzeri. Infatti, in Svizzera molti anziani hanno molto più spazio rispetto alle giovani generazioni. Da una stima emerge che il 13-14 % degli obiettivi climatici si potrebbe raggiungere semplicemente con una distribuzione degli spazi abitativi adeguata alle generazioni.»